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*Isole nella corrente / Ernest Hemingway ; traduzione di Vincenzo Mantovani ; introduzione di Fernanda Pivano

pubblicazione   Milano : A. Mondadori, 1974
descrizione   534 p. ; 18 cm.
serie   Gli Oscar ; 541
note   Sul frontespizio: Con una cronologia della vita dell'autore e dei suoi tempi, un'antologia di giudizi e una bibliografia


Romanzo postumo, ambientato fra Cuba e le Bahamas, “Isole nella corrente” è composto da tre episodi che avrebbero dovuto far parte di una quadrilogia a tema marino il cui epilogo doveva essere “Il vecchio e il mare”. Protagonista dei tre episodi è Thomas Hudson, pittore, preso in diversi momenti della sua vita e del suo cammino esperienziale, perennemente alle prese con separazioni, lutti e fugaci istanti di felicità. Tema principe è il rapporto dell’uomo con la solitudine e con i diversi modi di combattere il dolore che da essa deriva, primo di tutti il bere a dismisura, ma anche il dovere. L’ubriacatura e la stanchezza del lavoro quotidiano sono ottimi rimedi per tenere a bada il dolore della sopravvivenza, almeno fino a quando non ne arriva uno più grosso. Per molti versi autobiografico, “Isole nella corrente” è l’estrema prova del genio letterario di Ernest Hemingway, premio Nobel nel 1954, e della sua strabiliante capacità di mischiare le estenuanti lotte interiori dell’essere umano con l’humor senza il quale non si riuscirebbe ad andare avanti. Thomas Hudson è un uomo con tutte le sue imperfezioni ed i suoi difetti ed è un piacere leggere dei suoi momenti con i figli, le battute di pesca e gli insegnamenti genitoriali, così pure i suoi rari incontri con la donna che non ha mai smesso di amare, le scazzottate con gli amici ubriachi molesti, le conversazioni al bar più famoso de L’Avana, i momenti di tenerezza con il gatto domestico e la pericolosa missione di guerra cui si offre volontario. Thomas Hudson sopravvive ai suoi figli, all’amore consumato e rimpianto per la sua prima moglie, alle burrasche che si abbattono violente sulla sua isola, ma non è affatto un eroe invincibile e quando verrà piegato da una pallottola non prevista, non calcolata, un unico pensiero prende posto nella testa del lettore, tanto da dover posare il libro e dover smettere di leggere per qualche minuto. No, Thomas Hudson, tu non devi morire. Almeno tu, fra queste pagine, non devi morire. E qualsiasi cosa accada, noi lettori non lo lasceremo morire.
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